LE BARUFFE MESTREINE 1999-11-19
La scena: un autobus affollato nell’ora di punta in un giorno di mercato.
Le protagoniste: due donne di mezza età, grassottelle e imbacuccate negli ingombranti cappotti invernali, e una più giovane, figlia di una delle signore suddette.
Motivo della lite: maleducazione!
Siamo verso il mezzogiorno di una giornata freddissima e uggiosa. Il forte vento rende ancora più insopportabile la pioggia, che sottile e gelida, a intervalli scende con violenza dal cielo che sembra arrabbiato con il mondo intero.
In piedi alla fermata dell’autobus più vicina al mercato che bisettimanalmente si tiene in città, un folto gruppo di gente attende l’arrivo del n° 4. Pochi minuti ed ecco, la grossa sagoma arancione del mezzo pubblico si scorge fra gli ombrelli e il traffico. Arriva alla fermata… si blocca… apre le porte… e la gente va all’arrembaggio!
Le più agguerrite sono tre donne cariche di borse colme di frutta verdura e pacchetti vari. Spintonando a destra e a manca arriva per prima la più giovane; miracolo! mentre saliva dalla porta anteriore alcune persone erano scese da quella centrale lasciando due sedili liberi. Con agilità felina la donna si siede sul primo, ruota il busto e piazza le sue borse su quello dietro a lei. Una frazione di secondo più tardi arriva una corpulenta signora; ha anche lei due borse stracolme, l’ombrello che le sgocciola sui piedi… e tanta voglia di litigare. Apostrofa la giovane ad alta voce, in maniera sgarbata e in colorito dialetto:
– La cava subito quele sporte! No semo a teatro e i posti qua no se pol prenotarli.
– So rivada prima mi! – risponde l’altra urlando.
– No se pol far cussì! – ribatte la prima, e senza aspettare oltre cala le sue borse sul sedile, agguanta quelle che già c’erano e in malomodo le sbatte in braccio alla donna ancora semigirata.
– Ma varda ciò che roba!!! – è arrivata la terza – Varda che modi! Ma dove la crede de esser!?!
– Ma la crede de esser a casa sua!
– Ma do dove la vien!
– Da dove la vien ela!
– La vien dale case …
– E ela da quele…
– Maleducata
– Incivil
– Che modi
– Varda che roba
– So rivada prima mi
– La me ga spento per passar davanti – No xe vero – Che marantega – Sarà bela ela – No la staga ofender o ghe dago ‘na onbrelada – Mi ghe ne dago do – La denuncio – La denuncio mi – Vedemo come che la finisse – megio molarghela – no se pol parlar co genia simie – sì proprio – megio star siti – co i deficenti no se pol parlar – la ghela mola de ofenter deficiente sarà ela – …
Il tono si fa via via più sommesso ma anche se tutte sono d’accordo nel dire che è più opportuno tacere, continuano ancora per vari minuti.
Seduta sul terzo sedile mi sto godendo la scena. Come tutto il resto dell’autobus sto ridendo; porto una mano agli occhi per mimetizzare un po’ il mio divertimento… e scopro così un altro lato comico della vicenda: é un battibecco a tre, e tutte e tre le donne usano per imprecare e per offendersi lo stesso linguaggio, lo stesso tono molto alto e hanno pure la voce molto simile, a occhi chiusi non si capisce chi stia parlando!
Un’ultima osservazione: nessuna delle tre ha obliterato il biglietto. Avranno avuto davvero l’abbonamento o la gran voglia di litigare ha aggiunto alla lista uno dei tanti comportamenti civili che in pochi minuti hanno infranto?
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