LA SCALA 2000-04-18
I pensieri formano una scala che sale piena di curve rampe e pianerottoli;
va sempre più in alto, fino a oltrepassare le nuvole e toccare il cielo.
Lisa, una bimba tutta riccioli scuri e lentiggini, sta sui primi gradini della scala, seduta imbronciata abbracciando le ginocchia; sembra assorta a contemplare le sue scarpe da tennis rosse. Insensibile a tutto ciò che la circonda parla a voce alta, forse per scacciare la solitudine:
– La mia mamma non c’è. E’ andata via per delle compere e mi ha lasciato qui. Ha detto che impiega pochi minuti, non so davvero quando torna.
Il suo cagnolino dal corto pelo fulvo, un bastardino, poco più che un cucciolo, le si fa accanto guardingo studiando la sua reazione. Distrattamente Lisa allunga la mano in una carezza; uno scodinzolio festoso le fa capire che la cosa è molto gradita.
– Che fai qui? Non ho voglia di giocare ora.
Ma il cucciolotto è di tutt’altro avviso, le lecca la mano, finge di morderla con quella delicatezza che è tutta un programma, abbaia festoso e poi scappa su per la scala. Fatti però pochi gradini indugia accorgendosi di non essere seguito, si ferma girandosi di botto e nel movimento maldestro rischia di fare un capitombolo. Le sue acrobazie per salvarsi strappano un sorriso alla bambina che finalmente si decide a raggiungerlo.
– Sei proprio un pagliaccio e un rompiscatole! – Ma intanto prende a salire i bassi gradini.
Lisa raggiunge il cane che si è fermato ad attenderla sul primo pianerottolo. I due “cuccioli” giocano assieme dandosi compagnia e felicità a vicenda. Non è più triste e timidamente si azzarda a guardare oltre il parapetto della scala. La prima rampa è formata da pochi gradini, pure, il mondo visto da un po’ più in alto, sembra molto diverso. Ora è lei a guardare gli adulti dall’alto verso il basso e non scorge l’immondizia sparsa per la strada; da qui può anche vedere numerose altre scale come la sua.
Quel botolo è scappato di nuovo e nel rincorrerlo Lisa sale la seconda rampa di gradini quasi di corsa. C’è un soldino a terra nel secondo pianerottolo.
– Guarda, che fortuna! Cosa ci possiamo comperare? Caramelle? Un gelato? Un osso buono e appiccicoso per te? – Il cagnolino sembra proprio capire le parole della padroncina perché alla terza proposta scodinzola più forsennato che mai.
E mentre ci pensano continuano la salita. Ora sono arrivati all’altezza della cima più alta degli alberi, gli uccellini cinguettanti volano intorno quasi a salutarli sfiorandoli con le ali a ogni passaggio.
Salgono. Quando si fermano di nuovo per riprendere fiato s’accorgono che lì è davvero tutto diverso, il frastuono del mondo sottostante arriva appena, le nuvole sono poco più in là, Lisa è sicura che allungandosi un po’ potrebbe tuffarci dentro una mano ma teme di cadere e con quattro salti si porta ancora più su.
C’è silenzio ora, il sole caldo e un’arietta fresca. “Posto ideale per schiacciare un sonnellino!” sembra pensare il cagnolino che per far meglio comprendere le sue intenzioni si sdraia spaparanzato lungo il pianerottolo e si rifiuta di ubbidire alle esortazioni a proseguire.
– E va bene! se non vuoi venire con me resta pure lì e aspetta che ritorni! – Le dice indulgente la padroncina continuando da sola la salita.
Lisa ora non ha più nessuna paura e sicura sale su per quella meravigliosa scala.
Ecco, dopo una nuova ampia curva c’è un altro pianerottolo inondato di luci multicolori. A terra, una penna, e poco più in là tanti fogli bianchi, li raccoglie, pensa un po’, si lascia avvolgere dalla luce.Poi comincia a scrivere.
E già sa che quella sua scala la porterà molto molto in alto
oltre il tempo e oltre l’infinito.
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