Mia sempre carissima Gina
Grazie del tuo interinabile letterone, che se tu l’hai cominciato con la gola serrata dal pianto di gioia, io l’ho finito da leggere con il pianto di soddisfazione e commozione. T’assicuro che non potevi farmi maggior regalo e te lo dirò in buon dialetto: No stava più nela pele. L’ho letta in comunità e poi l’ho mandata alla Rev. Provinciale che pure la lesse in comunità, ti accludo il pezzo di lettera che mi rispose. Dimmi un po’ cara Gina, non è proprio vera quella espressione: Quanto son caste e care le Tue tende o Dio, un giorno solo passato con Te val più che mille passati coi re?
Devo ora esprimerti la mia più viva riconoscenza per il delicato pensiero di far pregare per me, povera vecchia, e per le mie compagne, ringrazia per me il Rev. Don Carlo che ebbe la bontà di compiacerti. A dirti il vero le orecchie mi fischiano tante volte e posso anche constatare che il buon Dio ascolta le preghiere di tanti buoni. Come potremmo noi, povere creature, vivere così felici in terre straniere, lontane dai nostri cari che mai dimentichiamo, ricevendo spesso male per il bene che facciamo, se non avessimo l’aiuto delle preghiere dei buoni?
Coraggio dunque Gina, continua a pregare per i missionari e per questi poveri pagani pieni d’incredulità e superstizioni. Quanto addolora vedere la quantità di bimbi che muoiono senza il battesimo e pazienza quelli che se ne vanno per malattia ma quelli che vengono uccisi per il d’essere nati gemelli oppure con qualche piccola imperfezione. Nello spazio di non ancora due anni, ch’io son qui, già otto casi che io venni a sapere, uno fra i quali perché sulle mani aveva un dito in più, e chissà quanti e quanti la fanno senza che nessuno se ne accorga perché qui nessuno notifica né nascite né morti.
Vedi dunque quanto bisogno abbiamo dell’aiuto della preghiera dei buoni. Sul pezzettino di lettera della Rev. Provinciale vedrai che si dice di pregare per Osibar e compagno, pare siano creduti complici di una sommossa. Son Padri francesi, andati ad aprire una nuova missione fra gli wa lon, finora nessuno poté arrivare perché offrono dei sacrifici umani, la testa di un bianco sarebbe l’offerta più gradita, perché essendo andato tempo fa un inglese per una escursione, lo presero le tagliarono la testa e portandola in processione, implorarono grazia. Dicono che il raccolto non fu mai così abbondante come quell’anno. Nelle tue preghiere dunque raccomanda anche questi due poveri missionari che aspettano il nostro aiuto.
Nella tua carissima mi dici che nella prossima cambierai argomento, non credere mia cara, di avermi annoiata, ti ripeto, che m’hai procurata una soddisfazione mai provata, di nuovo grazie di cuore, il Signore ti ricompensi. Mi farai il favore di salutare tanto tanto tuo papà e fratelli ch’io sempre ricordo. Addio, Gina, abbi sempre con te la benedizione del Signore, te l’augura di cuore la tua sempre più che aff.ma zia suor Andreina.
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