Nichilismo

NICHILISMO   1995-12-22

Sul vocabolario c’è scritto: nichilismo: “Posizione filosofica relativa alla radicale svalu­tazione o all’annullamento della realtà o di un aspetto di questa. …” Sto annullando me stessa, e con un forte autolesionismo sto agendo contro il mio sistema nervoso, le mie azioni e i miei pensieri.
E ora sto passando un momento di “nichilismo acuto”. Attenzione! sono contagiosa! la voglia di scomparire e di “non esserci” si tramuta in malumore e nervosismo quando entro in contatto con gli altri e trasmetto virulente cariche negative.
Sono convinta che “gli altri” mi vogliano e mi cerchino solo quando hanno bisogno di qualcosa, e poi, tanti saluti, ci vediamo la prossima volta. E se con un briciolo di pensiero che credo ancora sano, faccio un esame della situazione, trovo che ho perfettamente ragione, i fatti non fanno che confermare la mia ipotesi.
La positività nella mia vita privata è sempre arrivata a piccoli sorsi, e sempre con un retrogusto amaro.
Andando a ritroso nel tempo mi rendo conto che per ogni momento bello c’è sempre stato un rovescio della medaglia brutto; qualsiasi cosa bella, o anche semplicemente piacevole che ho avuto, l’ho sempre dovuta pagare ad alto prezzo. Ancora oggi ad esempio, i rari momenti di svago mi vengono in qualche modo rinfacciati o rimproverati.
Le mie figlie mi dicono che sono diventata amara, che non ho più un briciolo di poesia o di romanticismo, di non vedere il bello delle cose ma di trovare subito il loro lato negativo.
Perché, non è così la vita?
Penso sarei stata una persona affettuosa e allegra se solo avessi potuto essere me stessa, ma la gente e le circostanze hanno creato attorno a me un alto muro di pietra che rinchiude il mio vero essere. Certo che io, se non proprio i mattoni, ho fornito inconsciamente la calce che li tiene uniti. Spesso, dietro al muro, ci vado volontariamente, per non vedere e non sentire. Ma non riesco a non pensare.
Curiosamente, sono stata “veramente” me stessa solo in un’occasione, quando anni fa, per il carnevale, mi sono travestita da pagliaccio con tanto di parruccone e viso coperto dal trucco; anonima tra la gente, per la durata di un pomeriggio, mi sono sentita completamente libera di essere come più mi piaceva. Un lasso di tempo troppo breve per lasciare un segno così è rimasto solo il ricordo di strane sensazioni.
Credo che la vita di una persona sia influenzata al cinquanta per cento dal proprio carattere e per il resto dall’ambiente in cui si trova a vivere e dalle circostanze.
Dove è finita la ragazzina che amava le favole?
La bambina che voleva non essere mai nata si è persa fra le righe delle storie che leggeva. Ora le favole le scrive, ma non ci crede più.

Competenze

Postato il

ottobre 23, 2017

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