RUMORI NOTTURNI 1994-01-27
Ma basta! che baccano!!! E’ notte, non posso dormire!!! Con chi ce l’ho?! Ma con i miei pensieri. Girano, rigirano, si incontrano e si scontrano, cozzano gli uni contro gli altri producendo un fracasso infernale che si ripercuote sulle pareti del cranio, che come una cassa acustica, li amplifica mischiandoli oltretutto in una cacofonia incomprensibile.
Come si può pensare in piena notte a quali colori abbinare nel centro tavola che sto tessendo con l’uncinetto? Beh! visto che ci sto pensando, si può. Ma cosa centra il delicato sottile filo di cotone che sto usando con la cena di questa sera? Forse il “filo conduttore” è stata la tavola, apparecchiata per cena o abbellita dal centrino. Mah! forse la cena era solo indigesta e mi è rimasta sullo stomaco, e ora inconsciamente ci penso. Ma la bolletta del telefono arrivata ieri, ci sta proprio come i cavoli a merenda! e non vado nemmeno a pagarla domani! Merenda? non ho comperato i biscotti. Biscotti? Che buoni con la cioccolata spalmata sopra! Per Natale mi hanno regalato parecchi cioccolatini di tutti i tipi. Forse la mia golosità è rinomata. Per il compleanno di Mara, che sarà domenica prossima, farò una torta con tanti pezzetti di cioccolato dentro.
Come sono passati in fretta questi anni. La mia bambina è già una donna. Macchè! è e resterà sempre la mia bimba. Quando poi ha bisogno di qualcosa… chiama “mamma” con lo stesso tono di quando era piccola. Ripenso alla gioia del suo primo balbettio cui noi a tutti i costi volevamo dare un significato: ma…ma…ma. Veramente lei ha detto prima “ta-ta-tata”, e Claudia “papà”! ma è lo stesso. Quasi quasi mi alzo e cerco l’idea per scriverne una poesia. Ma come si può trovare un’ispirazione in piena notte? Beh, veramente… in questo momento di idee ne ho fin troppe, semmai il problema è questo, farle stare un po’ calme, districarle da questo incredibile groviglio, riordinarle in bella fila come tanti soldatini di piombo e finalmente poi poter dormire. Impossibile? Perché non esistono più soldatini così o perché è pura utopia sperare che i miei pensieri se ne stiano allineati in bell’ordine e calmi?
Quand’ero piccolina (sei o sette anni) i soldatini erano già di plastica. Ce li aveva un bambino della mia età che abitava in un appartamento un paio di piani sopra il mio. Giocavamo assieme; non facevamo la guerra, forse non ci rendevamo conto cos’era o forse non ci piaceva, noi li mettevamo tutti in fila e poi buttavamo giù il primo che a sua volta faceva cadere il secondo e così via, il soldatino che restava in piedi vinceva. Oppure inventavamo storie: alcuni si nascondevano in un posto e un altro li doveva trovare, un gioco del nascondino in miniatura dove “noi” sapevamo tutti i nascondigli, ma “loro” no. Come riesce a staccarsi dalla materialità degli oggetti la fantasia dei bambini!
Oh sì! che bello! Mi è tornato in mente quella volta che inventammo una storia magnifica, con piante trasformate in giungle, catini d’acqua in mare, pentole rovesciate in castelli e oggetti vari in mostri buoni o cattivi, animali fantastici protagonisti di situazioni impossibili (forse gli sceneggiatori dei vari Rambo si saranno ispirati ai loro giochi infantili). Nascondemmo soldatini da tutte le parti e così bene che quando il mio amichetto fu richiamato dalla mamma non riuscimmo a ritrovarli tutti. Ma chi se ne preoccupava? Il gioco sarebbe ripreso l’indomani. Uno però l’avevo messo dentro un panino croccante. Amante del pane fin da allora (ma soprattutto della mollica) come facevo sempre avevo col ditino svuotato la pagnotta, mangiato il suo soffice contenuto e messo al suo posto il mio soldatino. Quale nascondiglio migliore? Nascosto dai nemici, ben protetto dalla dura crosta, sul morbido letto formato dai rimasugli dalla mollica, non avrebbe neppure sofferto la fame. Ma la sua fortuna si tramutò in tragedia perché fu proprio uno fra i “dimenticati”. Il suo dramma si compì totalmente il giorno dopo, quando la mia mamma mise nel forno il pane avanzato. Ricordo la sua faccia sorpresa e il suo sgomento quando, cercando di affettare il pane ci trovò dentro la sorpresa come fosse un uovo pasquale. che sgridate mi sono presa! sia per aver giocato col cibo, e naturalmente per aver rovinato il bamboletto. E proprio questo è ciò che di più vivo è rimasto nel mio ricordo: non era del tutto rovinato, la parte superiore era quasi inalterata mentre quella inferiore era un ammasso di plastica fusa. Che impressione! fu peggiore quella visione che tutte le sgridate!
Una volta si riusciva a giocare per ore praticamente con niente; i bambini di oggi, con i loro sofisticatissimi giocattoli, non hanno più spazio per la fantasia e la creatività.
Ricordo ora che fin da piccolissima ho amato sia lo scrivere che il disegno; riempivo di scritte e scarabocchi qualsiasi fogliettino, anche minimo, mi capitasse sottomano (perfino le salviettine del bar). Per farmi star tranquilla bastava che mi mettessero in mano una penna ed io letteralmente sparivo dalla circolazione. Disegnavo perfino sui vetri appannati dei vaporetti. Poi se mi accorgevo che qualcuno mi guardava avrei voluto sparire per davvero!
Quanti ricordi! Ma accidenti, perché proprio adesso? Divago ancora a lungo.
Mio marito si gira nel letto con la grazia di un elefante ed io faccio uno scatto in là.
– Ti ho dato la scossa? – fa lui sorridendo sornione aprendo mezzo occhio. Macché! Stavo pensando al film giallo (piuttosto bello direi!) che ho visto l’altro giorno alla TV e il suo movimento improvviso mi ha fatto prender paura.
– Spegni quella luce e dormi. – Ma non sono io a voler restar sveglia, sono i miei pensieri! ma se glielo dico due sono le cose o mi prende per pazza (ed è la più probabile) o mi dice:
– Ma è questo il momento di mettersi a pensare? piuttosto sogna, ma ad occhi chiusi e a luce spenta, per piacere. – Ed ha senz’altro ragione, anzi, ora provo a spegnere la piccola lampada che ho sulla testiera del letto. Però, la sua luce dorata e soffusa fa dei begli arabeschi sul soffitto. Adesso speriamo che i pensieri sui problemi e gli avvenimenti di questi giorni la smettano di giocare a rimpiattino con i ricordi del passato. Forse al buio non si ritrovano. O almeno speriamo capiscano che è notte e non facciano più tanto baccano!
Chissà perché… ma ne dubito. E le ore passano, penso che presto suonerà la sveglia.
Non ho comperato i biscotti per la colazione! No, a questo ci ho già pensato, tiro fuori le merendine che ho comperato l’altro giorno. Sono buone, già con la cioccolata sopra.
E se mi alzassi adesso a mangiarne qualcuna? La pancia piena non brontola, vediamo se funziona anche per la testa!
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